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Beetlemme, 2019 anni dopo

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palestina.jpgDicono che a Betlemme sia Natale ogni giorno. Magari, rispondono gli operatori turistici della città situata nei Territori palestinesi. Infatti, Betlemme è in pieno boom turistico ma è un turismo drogato dal Natale: alberghi, ristoranti e negozi svolgono la loro attività in questo periodo, mentre durante il resto dell’anno faticano a far quadrare i conti.
E inaspettatamente un aiuto arriva dal simbolo più triste del conflitto arabo-israeliano: il muro costruito da Israele ai confini dei Territori palestinesi.
Sempre più turisti arrivano a Betlemme per vedere i graffiti dipinti sul muro, specialmente quelli dell’artista inglese Banksy. La città ospita anche un albergo completamente ideato dal writer: definito ‘l’albergo con la vista peggiore al mondo’, il Walled Off Hotel sorge esattamente davanti al muro e – oltre a un’esposizione dei lavori di Banksy – offre delle suite con affaccio su quello che i palestinesi definiscono ‘muro dell’apartheid’. Dormire una notte in una camera di questo albergo costa sui 100 euro. Ma la vista li vale.
Questo è il mio reportage pubblicato il 24 dicembre da Il Fatto Quotidiano.

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by |Published On: 27 Dicembre 2019|Categorie: reportage|tag = , |14 Commenti on Beetlemme, 2019 anni dopo|

Falla girare!

14 Comments

  1. Anonimo 27 Dicembre 2019 at 11:13 - Reply

    Di certo non ti manca il coraggio, nella scelta dei temi. Sottolineare oggi la condizione della palestina, che ha un nemico e oppressore con nome e cognome, il quale indirettamente è stato ed è vittima di persecuzione a sua volta – è una miscela potenzialmente esplosiva.
    Per chi non fosse al corrente, una cosa è il popolo ebreo, altra cosa lo stato di Israele (ecco il perchè di quel mio “indirettamente”). Quando si parla di antisemitismo ci si riferisce al primo, mentre l’antisionismo al giorno d’oggi si riferisce al secondo.
    Spesso si hanno le idee confuse su cosa distingua la destra e la sinistra, ma questo tema è sicuramente una discriminante – la destra tende ad essere incondizionatamente a sostegno dello stato di Israele (la destra è sionista) mentre minimizza o nega l’olocausto, ed è ostile al popolo ebreo: è antisemita.
    Chi è di sinistra non è antisemita, ma è spesso antisionista. Perché? Ma perchè per le stesse ragioni per cui l’olocausto è stata la più grande infamia nella storia del genere umano (per i modi, l’ideologia, la consapevolezza del crimine – non solo per il numero dei morti), quello che lo stato di Israele ha fatto e fa con la palestina non può che essere condannato nello stesso modo.
    Non che mi aspetti un dibattito interessante, ragionato e costruttivo, volevo solo testimoniare che il sottotesto delle tue vignette non passa necessariamente inosservato, Nat.

    • Anonimo 27 Dicembre 2019 at 11:20 - Reply

      Ovviamente intendevo “per le modalità”, non “per i modi” – non è certo una questione di educazione

    • Udik 27 Dicembre 2019 at 13:15 - Reply

      Che gli ebrei siano stati vittime di persecuzione lo sappiamo, che lo siano oggi mi sembra una sciocchezza. Più che altro ci tengono molto a sostenerlo, perché passare per vittime ha i suoi vantaggi.

  2. Bongo 27 Dicembre 2019 at 12:06 - Reply

    Bellissimo reportage, bravo Nat !
    Ma poi ha disegnato qualcosa sul muro o i ti hanno davvero beccato ?

    • natangelo 27 Dicembre 2019 at 13:03 - Reply

      no, lo farò un’altra volta

  3. Udik 27 Dicembre 2019 at 13:49 - Reply

    Una precisazione, mi pare che il muro di Hebron non divida Israele e Palestina, ma la parte palestinese di Hebron da quella illegalmente occupata da Israele. Hebron è interamente in territorio palestinese.

    • natangelo 27 Dicembre 2019 at 14:17 - Reply

      infatti il muro è a bletlemme su via hebron

      • Udik 30 Dicembre 2019 at 13:03 - Reply

        Chiedo venia, hai ragione, non avevo letto con attenzione. Però mi pare che non cambi nulla: il muro è costruito *dentro* la West Bank (senza neppure contare l’annessione illegale di Gerusalemme Est).

  4. Armando 27 Dicembre 2019 at 14:14 - Reply

    C’è un errore nella vignetta: il cane mozzicone non sta mordendo il tizio che volta le spalle alla cometa!

    Sulla questione palestinese sono poco informato ma se si potesse visitare l’altro lato del muro sarebbe il caso di farsi fare una foto dal lato israeliano mentre ci si affaccia dal buco del presepe di Bansky: un’operazione che presenta più di un rischio, viste le tendenze dei gendarmi immortalati nella vignetta.

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  6. ricco&spietato 27 Dicembre 2019 at 17:00 - Reply

    c’hai messo dibla e vasilij no.

    non ti voglio più bene, sallo.

  7. Ros 28 Dicembre 2019 at 12:21 - Reply

    bravo Nat! Vigna bellissima, ti fa onore toccare un argomento tabù come la Palestina, stai crescendo quasi ai livelli di Zerocalcare.. 🙂 “è di cemento armato, alto 8 metri e lungo 730 km” illegale secondo il diritto internazionale e costruito spesso inglobando pezzi di terra palestinese, dividendo le case dai loro terreni agricoli, spezzando connessioni economiche, sociali, culturali, affettive. È disumano. Sono di parte? no ho solo fatto una scelta. È solo ipocrisia non scegliere da che parte stare. Grazie quindi per la tua scelta, per il tuo racconto militante. Il poliziotto che ispeziona con zelo poi sbeffeggia tutta la questione sulla sicurezza.. Jorit fu arrestato per aver fatto un ritratto sopra a quel muro, sempre per questioni di sicurezza of course..

  8. Anonimo 28 Dicembre 2019 at 12:30 - Reply

    PS dalla Porta di Damasco prendi il bus per Betlemme che è Palestina come pure parte di Gerusalemme, che è una città internazionale e non la capitale di Israele come sostiene Tel Aviv con il sostegno unilaterale di Trump.. Proprio la Porta di Damasco per es é parte di Gerusalemme Est, la parte araba appunto… ma queste sono tutte le storture atroci di un territorio frammentato, ormai formato solo da bantustan come hai perfettamente indicato nella vignetta con la mappa

  9. Nasty 29 Dicembre 2019 at 16:00 - Reply

    Lq questione “palestinese” (termine improprio ma lo teniamo) nasce col rifiuto dei Paesi arabi di accogliere gli esuli della guerra che loro hanno dichiarato e perso.

    Purtroppo appena uno ha un minimo di mente a sinistra non puo’ far a meno di ripetere a menadito la propaganda di Arafat.
    Settanta anni fa la palestina non esisteva. Ad essre precisi: la palestina non e’ MAI esistita. Ma proprio mai mai mai: e’ uno stato inventato, un po’ come la Padania, Atlantide e l’Isola che non c’e’.
    Ma se almeno la prima esiste come connotazione culturale ed economica, la seconda come leggenda e l’ultima e’ una fantasia innocua la “palestina” e’ una menzongna che fa un sacco di morti. E chiunque insite nel propgandarla ne e’ suo malgrado complice morale.

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